lunedì 4 aprile 2011

Le avventure di NAPOLEONE in Friuli




Il 12 maggio 1797 il Maggior Consiglio decreta la caduta della millenaria repubblica di Venezia di fronte alle truppe di Napoleone Bonaparte, vincitore della campagna d'Italia.E' qui,proprio a Passariano,nella sale di Villa Manin,che viene infatti firmato il trattato di Campoformido con cui Napoleone,regala Venezia all'Austria.E dunque per questo motivo,il famoso generale soggiorna proprio a Villa Manin dal 27 agosto ad oltre il 17 ottobre dello stesso anno.





«Il corpo centrale è fiancheggiato da due eleganti barchesse, che poi continuano su ambedue i lati con un porticato ellittico di suggestione vagamente berniniana. Ma tutto è vago, estenuato, giocato sull’apparenza e sul non necessario in questo capriccio patrizio, solo e candido sui prati come un enorme berceau»

Elio Bartolini, Friuli






«La sua fredda architettura, nei crepuscoli estivi, si staglia in un chiarore di marmo, e la stessa solitudine agreste e blasonata di uno chateau della Loira la circonda»

Sergio Maldini, La casa a Nord-Est, Marsilio Editore





Dal 2004 il corpo centrale della villa è sede di un Centro d’arte contemporanea e di mostre periodiche; nella barchessa orientale sono ospitati un museo d'armi e una scuderia di carrozze, mentre nell'esedra di levante trova posto il Centro regionale di catalogazione dei beni culturali.



«Nessuno mi darà l’equivalente del racconto della nonna di mia nonna: quella che, davanti alla porta della sua osteria, aveva visto Napoleone mentre, su un cavallo bianco e in tutto uno sfolgorio d’oro nelle redini e negli speroni, passava di carriera cacciando il daino nelle campagne attorno alla villa di Passariano»


Dei sessanta memorabili giorni trascorsi dal futuro imperatore in Friuli si può leggere la cronaca romanzata nelle migliori pagine del romanzo La casa a Nord-Est di Sergio Maldini, Premio Campiello 1991: «Napoleone percorreva a cavallo la pianura desolata, durante le lunghe fatiche del trattato : su un cavallo bianco, senza la «N» sulla gualdrappa, e con il leggendario cappello di Brienne, a tre venti. Forse Bonaparte, drappeggiato della speciale bellezza che la gioventù e la gloria consentono, aveva osservato con un cannocchiale l'immobile campagna friulana. A una finestra di villa Manin si vedeva il riflesso della lente del cannocchiale, e la sua mano minuscola e pallida manovrare quello strumento ottico quasi troppo grande per lui. «Helas! C’est triste mais c'est beau», diceva in uno dei suoi momenti di filosofia salottiera ».


Oggi, nella villa, dell’Imperatore rimane traccia solo nel letto minuscolo con spalliere intarsiate e cortina racchiuso in un’alcova arcuata al piano terra, mentre sono ancora le pagine della Casa a Nord-Est di Sergio Maldini a trasferirne la presenza reale in una dimensione mitica e piena di fascino: secondo lo scrittore, infatti, Napoleone, durante la sua permanenza in Friuli, non si sarebbe limitato al passatempo della caccia, ma avrebbe intrecciato una furtiva liaison amorosa con una certa Beatrice Pellizzari, soprannominata la «bella di Chiasellis», figlia dello «speziale» di un paese non lontano da villa Manin; gli incontri tra il glorioso generale e la procace paesana si sarebbero consumati in un rustico di Santa Marizza, frazione di Varmo, proprio lo stesso che Sergio Maldini, duecento anni dopo, avrebbe trasformato nella Casa a Nord-Est: nessuno storico potrà mai confermarlo, ma il racconto della letteratura, in questo caso, ha un sapore più vero della realtà…

La stanza di Napoleone a villa Manin. Nella nicchia sulla destra, il celebre e minuscolo letto su cui dormì il futuro Imperatore. © Archivio fotografico del Centro regionale di catalogazione e restauro di Villa Manin-Passariano (Ud)

Nessun commento:

Posta un commento